Ueshiba Morihei, fondatore dell’Aikido, nacque il 14 dicembre 1883 (il 16 novembre secondo il vecchio calendario lunare), nella prefettura di Wakayama, oggi Tanabe. Egli fu il quarto di cinque figli, unico maschio. Grazie alla rigida educazione impartitagli dal padre Yoroku, Morihei ereditò una determinazione da samurai e imparò a nutrire interessi in campo amministrativo, mentre dalla madre Yuki ereditò un profondo interesse per la religione, la poesia e l’arte. Giovane e gracile, all’età di otto anni Morihei iniziò lo studio dei classici cinesi sotto la guida di un prete Shingon, e si appassionò presto ai riti esoterici del Buddismo. Poi si iscrisse, ancora adolescente alla scuola soroban di matematica e andò a lavorare presso il locale ufficio delle imposte. Qui entrò in contrasto con l’amministrazione per delle norme, a suo giudizio inique, che tassavano i pescatori e i contadini, così si dimise e divenne il portavoce del movimento di protesta. Il padre, notabile in paese cercò di indirizzarlo verso altri settori e fu così che nel 1901, Morihei si recò a Tokyo e impiantò una piccola attività commerciale, un piccolo negozio, ma la chiuse nel giro di pochi mesi. A Tokyo Morihei iniziò a studiare le Arti Marziali, mostrando da subito una spiccata predisposizione per queste. Frequentò un corso di jujutzu al dojo Kito-Ryu ed uno di scherma giapponese al dojo Shinkage-Ryu.
Costretto a rientrare in famiglia per un attacco di beri-beri, sposò all’età di diciannove anni Itogawa Hatsu. Con l’arrivo della guerra Russo-Giapponese, Morihei si arruolò nel 1903 nella fanteria e si guadagnò una solida reputazione sul campo negli scontri in Manciuria. Si distinse nel combattimento con la baionetta e a mani nude, mettendo in mostra quella straordinaria abilità, quasi sopranaturale, nel prevenire gli attacchi. Dopo quattro anni si dimise dall’esercito e si guadagnò il suo primo memkyo (diploma di insegnamento) per le arti marziali da Nakai Masakatsu dello Yagyu-Ryu.
Tornato a casa era completamente insofferente alla vita in campagna, il padre costruì per lui un Dojo e invitò il noto maestro di jujitsu Takaki Kiyoichi ad insegnarvi. Nel 1912, quando il governo lanciò un appello affinché dei volontari andassero a vivere nella zona sottosviluppata di Hokkaido, Morihei riunì ottanta membri del suo villaggio ed insieme alla moglie e alla figlia di due anni, partì guidando la spedizione. Si insediarono nella fredda regione del nord-est, vicino al villaggio di Shirataki, per i primi tre anni la vita fu durissima, ma all’improvviso crebbe la richiesta di legname e il paese prosperò. Morihei fu eletto membro del consiglio del villaggio con l’appelativo: “il re di Shirataki”.
L’evento più significativo di questo periodo fu l’incontro con Takeda Sokkaku, gran maestro del Daito-Ryu Aiki-jutsu. Morihei conobbe Takeda a Engaru e si fermò fino all’ottenimento del diploma shoden mokuroki (relativo alle 118 tecniche di base), poi tornò a casa, costruì un dojo ed invitò Takeda Sokkaku a viverci. Nel 1919, venne a sapere che suo padre era gravemente malato, vendette le sue proprietà e lasciò definitivamente Hokkaido. Sulla strada del ritorno si fermò ad Ayabe, quartier generale della nuova religione Omoto Kyo, allo scopo di ottenere una preghiera speciale per suo padre. Li conobbe Deguchi Onisaburo, il maestro del’ Omoto Kyo. Vi si fermò tre giorni, poi tornò a casa, dove nel frattempo suo padre era morto. Tre mesi dopo ripartì per Ayabe per studiare “L’insegnamento della Grande Origine”. Il 1920 fu un anno terribile: morirono i suoi due figli a poca distanza, Takamori di tre anni e Kunji di uno, colpiti da una malattia virale. Il solo figlio che sopravvisse fu Kisshomaru (nato nel 1921). Nei successivi otto anni Morihei fece da assistente ad Onisaburo, studiò le dottrine dell’Omoto Kyo, specialmente il chinkon-kishin, “che calma lo spirito e ritorna al divino”.
Pacifista, Onisaburo era sostenitore della resistenza non violenta e del disarmo totale, e per questo era perennemente nei guai con il governo. Fece anche un tentativo in Manciuria di “instaurare un Regno Celeste sulla Terra”, ma fallì. Lo studio dell’Omoto Kyo e il suo sodalizio con Onisaburo, lo influenzarono notevolmente. Sokkaku continuò a visitare Morihei fino alla sua morte nel 1934, e gli diede il titolo di istruttore (shihandai) del Dayto Ryu Aiki-jutsu, ma non ebbe mai formalmente la trasmissione completa. Onisaburo consigliò a Morihei di creare un proprio stile, differente da quello di Sokkaku, che creasse un metodo armonico tra gli uomini. Nel 1925, vari maestri sfidarono Morihei ed inevitabilmente divennero suoi allievi. In quest’anno, dopo uno scontro, Morihei si sentì pervaso da una luce, trasformato in un essere che riempiva lo spazio: la barriera tra spirito e materia era caduta e affermò: “Io sono l’universo”. Comprese che il vero scopo del Budo era l’amore che nutre e cura gli esseri viventi. La sua fama crebbe sempre di più. Onisaburo invece fu arrestato e condannato all’ergastolo, uscì dopo sette anni di carcere e si dedicò allo studio della poesia.
Morihei si trasferì a Tokyo nel 1927, nel distretto di Shiba Shirogane, e tenne i corsi nella sala del Principe Shimazu, al quale parteciparono varie personalità, tra cui l’ammiraglio Takeshita. Nel 1928 si trasferirà a Mita e successivamente a Kuruma machi, infine a Ushigome (attuale dojo centrale), per costruirvi un dojo vero e proprio. In questo periodo Jgoro Kano (fondatore dello Judo), andò a trovare Morihei dichiarando: "Questo è il mio Budo ideale, il vero Judo", dopodiché inviò i suoi migliori allievi a studiare con Morihei, tra questi Mochizuki Minoru, che più tardi sviluppò il proprio sistema di Aikido. Nel 1931, venne ultimato il dojo di Ushigome, e venne denominato “Kobukan”.
Fino allo scoppio della seconda guerra mondiale, Morihei insegnò incessantemente, poi durante la guerra, nel 1942, si trasferì con la moglie a Iwama, desideroso di tornare alla sua terra, dove avrebbe potuto conciliare idealmente il budo con l’agricoltura, due cose che creavano la vita e purificavano il cuore. Costruì il tempio Aiki e il Dojo Shuren. Iwama può essere considerato il luogo di nascita dell’Aikido, la “Via dell’Armonia”. Qui si è passati dall’Aikijutsu o Aikibudo, all’Aikido. Nel 1952 consolidò le tecniche e perfezionò la filosofia religiosa dell’Aikido. Nel 1948 venne creata l’Aikikai (Associazione Aiki), per la diffusione dell’Aikido nel mondo. La rapida diffusione dell’Aikido dopo la guerra, sotto la direzione del dojo Hombu a Tokyo, è storia nota. Morihei divenne famoso in tutto il mondo come “O-Sensei”, (Grande Maestro), e ricevette numerosi riconoscimenti dal governo giapponese. Negli ultimi anni della sua vita migliorò le sue tecniche, ma all’inizio del 1969 cadde malato. Il 26 aprile l’ottantaseienne Morihei morì, lasciando al figlio Kissomaru il compito di portare avanti il suo credo.
Testo a cura di: M° Michele Benussi - Palestra Kibudo
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