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Breve intervista a Luigi Queirolo della palestra Muay Thai Pesaro | |
Buon giorno M° Luigi Queirolo, grazie per averci concesso una breve intervista.
Grazie a voi, ma prima di iniziare l'intervista mi permetta una precisazione. Quella che è normalmente conosciuta con il nome di Thai Boxe, altro non è che il nome occidentale di una antica arte marziale che ha il nome di Muay Thai. Questa "alterazione" ha avuto origine dal fatto che il primo aspetto di questa disciplina marziale che è stato importato in Europa ed in America, è stato il solo aspetto sportivo che tutti noi conosciamo. Solo successivamente ci siamo accorti che l'aspetto sportivo (da ring per intenderci) era solo la punta di un iceberg sotto il quale si celava una delle più efficaci AM che l'uomo abbia mai concepito. E dico efficaci in quanto essa e il solo frutto di secoli di selezione naturale avvenuta sul campo di battaglia. Per secoli infatti solo chi sopravviveva alle battaglie portava avanti i propri insegnamenti in quello che era un preciso stile regionale della Muay Thai. Ciò che oggi è codificato nella madre patria con questo nome appunto, altro non è che un insieme codificato degli insegnamenti dei grandi maestri presenti sul territorio nazionale che sono i discendenti di quegli antichi guerrieri siamesi.
Grazie per la precisazione concessami.
100ma.it: - Dove nasce la sua passione per le arti marziali e cosa ha spinto a dedicarsi alla "Thai Boxe"? Luigi Queirolo: La mia ispirazione è maturata da due situazioni diverse e consecutive. La prima, da giovanissimo, riguarda sicuramente l'influenza che i film di Bruce Lee hanno avuto su di me ancora ragazzino. Ricordo ancora bene, nonostante avessi 14 o 15 anni al massimo, me ed i miei amici andare al cinema pomeridiano a vederli. Quei film mi hanno sicuramente mostrato un mondo, quello appunto delle AM, che a me era completamente sconosciuto fornendomi come prima visione di quel mondo quella ampia di cui Bruce Lee è stato probabilmente un pioniere nella vita come sul set. Successivamente invece mi appassionai a quel genio del pugilato di nome Mike Tyson. Guardavo in piena notte tutti i suoi incontri fin da quando divenne professionista (dal 1985 in poi quindi), che mostravano un nuovo concetto di pugilato una innovazione in quel mondo proprio come molti anni prima Mohamed Ali fece introducendo forse per la prima volta un pugilato dinamico e di strategia anche difensiva, diverso quindi dallo scontro tra "bufali" che fino a quel momento la Boxe rappresentava. La mia risposta sta quindi in due nomi appunto Bruce Lee e Mike Tyson in quanto personalmente li considero entrambe due innovatori nel mondo della AM. 100ma.it: - La sua più grande soddisfazione legata alle arti marziali? Luigi Queirolo: Istintivamente mi viene di pensare alle gare ed ai numerosi viaggi in Tailandia dove ho incontrato e mi sono confrontato con personaggi incredibili dal punto di vista della conoscenza in questa AM che io amo particolarmente. Ma riflettendoci un momento credo che le mie più grandi soddisfazioni mi vengono dai miei allievi. Alcuni di loro mi hanno anche seguito in alcuni di questi viaggi nella madrepatria di questa AM ed ammetto che ora vederli a distanza di pochi anni da quando sono entrati per la prima volta nella mia palestra, mi da una soddisfazione enorme. Li vedo cresciuti come artisti marziali ma soprattutto li vedo cresciuti come uomini e come esseri umani. Ancora oggi, allenandomi con loro in palestra, mi diverto sempre molto confrontarmi atleticamente, tecnicamente e fisicamente con loro. Vedo in alcuni di loro le potenzialità di crescere ancora e questo stimola in me una gran voglia di non pormi mai un limite ma di essere sempre critico con me stesso ed assetato di conoscenza. 100ma.it: - Come è cambiato o come si è evoluto il suo modo di praticare arti marziali nel tempo? Luigi Queirolo: Penso che proprio come le AM si sono evolute nei secoli e nei millenni anche noi dobbiamo accettare che il cambiamento faccia parte del ciclo naturale di tutte le cose. Non penso quindi che bisogna temere il cambiamento nella AM ma che sia necessario studiare il passato per comprendere meglio il futuro e capire dove bisogna portare le AM. La mia pratica quotidiana è cambiata nel senso che pratico le tradizioni più lontane nel tempo per aiutare me stesso a capire cosa di ogni tecnica sia ormai obsoleto oppure sia meglio cambiare per renderla migliore. Ma molto spesso la ricerca del dettaglio nella pratica delle tradizioni mi insegna che frequentemente esse sono già perfette così. E' solo la mia ottusità mentale a non farmene rendere conto. 100ma.it: - A chi consiglierebbe la pratica delle arti marziali? Luigi Queirolo: Ma guardi, un bambino che gioca all'asilo con i coetanei pratica a suo modo le AM. Un adolescente che gioca e corre al parco con gli amici pratica istintivamente AM. Una ragazza che uscendo la sera dall'ufficio evita una zona del parcheggio poco illuminata per raggiungere la propria auto pratica a suo modo le AM. Le AM sono parte fondamentale ed inconscia della nostra vita, solo l'educazione che crescendo ci viene imposta tende ad allontanarci da esse ma le AM rappresenteranno sempre una parte di noi stessi. Mi fermo perché penso di aver risposto alla domanda. 100ma.it: - Chi è il suo punto di riferimento? Luigi Queirolo: Non ho delle persone precise come riferimento se è questo che intende. Cerco più che altro delle sensazioni legate a dei luoghi che ho visitato oppure a delle persone che ho conosciuto. Ammetto che però hanno tutta la mia ammirazione ed il mio rispetto tutti coloro che con umiltà contribuiscono realmente a far crescere ed evolvere le AM nel mondo qualsiasi sia la loro provenienza marziale. 100ma.it: - In un caso reale, secondo lei, le sue arti marziali sono efficaci e perché? Luigi Queirolo: L'efficacia reale di un'arte marziale¿ Domanda che molto spesso ci sentiamo rivolgere. Io rispondo sempre alle stesso modo. L'efficacia non sta nella conoscenza dell'arte stessa, ma nel nostro atteggiamento mentale. Quanti di noi davanti ad una gallina viva saprebbero ucciderla senza esitare per mangiarla¿ E per mangiare una bistecca di manzo o di maiale quanti riuscirebbero ad l'animale con le proprie mani guardandolo morire¿ Tutti abbiamo fame ma c'è fame e fame! Io personalmente penso che per imparare l'efficacia bisogna fare un passo indietro nella nostra istintività primordiale. La prima volta che con un pugno rompiamo una tavoletta di legno scatta in noi una nuova consapevolezza, quello è il primo passo verso la scoperta dell'efficacia. Ma per impararla veramente bisogna aver davvero "fame". Dobbiamo disfarci della nostra educazione e questa cosa non è ne facile ne semplice. Fin da bambini siamo cresciuti sentendoci dire quello che è bene e quello che è male, quello che è giusto e quello che è sbagliato, ciò che si può e ciò che non si può fare. Come possiamo pensare di difenderci od offendere se questi sono i nostri presupposti educativi¿ Proprio come quando scoprendo la sessualità con l'altro sesso per la prima volta rompiamo il cordone ombelicale che ci unisce a nostra madre dalla nascita e che nessuna forbice recide mai veramente, alle stesso modo l'efficacia sta nella coscienza del voler far male, ferire oppure uccidere. Io penso che la mia AM possa insegnarci molto tecnicamente e mentalmente ma poi l'efficacia è una cosa intimamente personale. Penso anche che la si possa imparare ma la via di quella conoscenza è difficile da accettare in una società come la nostra. 100ma.it: - Ha un consiglio da dare a chi pratica Thai Boxe o in generale arti marziali? Luigi Queirolo: Cercate sempre un buon maestro, egli sarà fondamentale per raggiungere la meta. Se lo trovate seguirtelo riponendo in lui fiducia, ma se poi riconoscete in lui dei limiti insormontabili per voi non esitare nell'abbandonarlo per intraprendere un nuovo cammino ed una nuova ricerca. | |
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In data 2010-02-09 giovanni gigliotti commenta: sawadeeka Khru. |