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Breve intervista a Guido Riggio della palestra Garyu Dojo | |
Buon giorno M° Guido Riggio, grazie per averci concesso una breve intervista.
100ma.it: - Dove nasce la sua passione per le arti marziali e cosa l’ha spinta a dedicarsi all’ Ninjutsu? Guido Riggio: La mia passione nasce e si sviluppa sin dalla tenera età, in quanto mio padre era istruttore di jujitsu e aikido, e mia madre una praticante di jujitsu. Sin dall'infanzia sono stato affascinato dal Ninjutsu, da quei semplici movimenti che ostentavano una grande padronanza del proprio corpo e conseguentemente un completo controllo dell'avversario e dello spazio che ci circonda. La mia crescente ricerca di approfondire i concetti marziali mi ha portato a studiare varie tipologie di arti marziali, sia occidentali che orientali( Lotta libera, Judo, Karate, Kung fu, Capoeira, Scrima, etc), le quali hanno contribuito ad ad allargare la mia visione in termini marziali e ad apportare qualche complemento nel metodo di insegnamento ed allenamento. 100ma.it: - La sua più grande soddisfazione legata alle arti marziali? Guido Riggio: Credo sia difficile classificare le soddisfazioni da me ottenute, sono dell'avviso che ogni piccolo evento che susciti uno spontaneo sorriso sia una grande soddisfazione. Negli anni ho visto crescere, imparare e maturare tante tipologie di allievi, da persone affette da diverse disabilità fisiche e psichiche ( ipovedenti, ipotonici, affetti da sindrome di down), a bambini che sono arrivati piccolissimi al mio dojo ( 4 anni il più piccolo ), la cosa più bella e quando loro si rendono conto di quale sia il loro "ruolo" assegnatogli nell'universo circostante e quando vengono a dirmi: "sa sensei, ciò che mi ha insegnato mi è tornato utile in questa o quella situazione fuori dal dojo". Credo siano queste le soddisfazioni più grandi di un insegnante. 100ma.it: - Come è cambiato o come si è evoluto il suo modo di praticare arti marziali nel tempo? Guido Riggio: Il metodo di insegnare e "capire" l'arte marziale varia sempre nel tempo sia per l'allievo che per l'insegnate ( considerate che un insegnate è a sua volta un allievo "più anziano"). Ogni avanzamento anche nell'insegnare una tecnica si trasforma nel tempo in una nuova prospettiva per migliorare la tecnica appresa. L'importante è non credere mai di essere arrivati al punto finale, poichè nella vita ogni traguardo è sempre il punto di partenza per un traguardo più grande. 100ma.it: - A chi consiglierebbe la pratica delle arti marziali? Guido Riggio: La pratica delle arti marziali e dello sport in generale andrebbe consigliata a tutti, un'oretta al giorno tra ginnastica e stretching, renderebbe il nostro fisico in grado di vivere più a lungo ed alla nostra mente di essere più serena, si eviterebbe lo stress e la nostra vita sociale indubbiamente ne gioverebbe lungamente. 100ma.it: - Chi è il suo punto di riferimento? Guido Riggio: I miei punti di riferimento sono tanti, da ognuno si trae sempre qualche consiglio o spunto per sviluppare la propria crescita personale in campo marziale e non ( l'arte marziale è una via, la via corretta conduce alla maturazione nella vita), vanno da mio padre, mio primo insegnante, al mio attuale maestro, passando per tutti quegli insegnanti che anche per un breve scorcio di fiato hanno contribuito alla mia crescita. 100ma.it: - In un caso reale, secondo lei, l’Aikido è efficace e perché? Guido Riggio: Ogni arte marziale, purchè insegnata correttamente, in un reale caso di necessità risulta efficace, si tenga presente il fatto che ho precisato "purchè insegnata correttamente". Chi è convinto che le armi, le tecniche, il duro lavoro sul fisico siano le cose importanti per le arti marziali, secondo me è ancora ad un livello bassissimo di comprensione marziale. La nostra principale fonte di attacco, difesa e strategia è sempre la mente, disciplinate correttamente la mente e qualsiasi arte marziale voi pratichiate risulterà funzionale. 100ma.it: - Ha un consiglio da dare a chi pratica Ninjutsu o in generale arti marziali? Guido Riggio: L'unico consiglio, per quel pò che nei miei anni di insegnamento ho potuto comprendere e che per migliorare bisogna sempre lavorare sui tre aspetti dell'essere umano: CORPO, MENTE E SPIRITO. Se non si conosce bene il proprio corpo, come si può sperare di controllare quello dell'eventuale avversario( non necessariamente un aggressore), se si conosce il proprio corpo allora la nostra mente cercherà di disciplinarsi per sentire anche il minimo movimento di ogni singola fibra del nostro corpo cominciando anche a comprendere ciò che ci circonda, infine, si giungerà alla comprensione automatica del proprio ruolo nell'universo, quindi la maturazione dello spirito, ossia una nuova comprensione di ciò che ci circonda. L'unica immagine che posso accostare al mio pensiero è questa: Il corpo è la terra che deve sostenere e nutrire la pianta, la mente è la pioggia che rinfresca la pianta, rimodella ed arricchisce la terra che la nutre, infine, il frutto maturo che ne scaturisce è lo spirito, che ha sua volta con un "processo diverso" potrà divenire un'altra pianta. | |
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In data 2010-04-11 ciccio commenta: Un'intervista profonda fatta ad un vero amante delle arti marziali, non solo dal punto di vista del combattimento ma anche dall'autodisciplina e dell'armonia. Complimenti. In data 2010-04-13 marco commenta: complimenti sensei! ho conosciuto diversi maestri di arti marziali, ma nessuno di loro aveva minimamente afferrato questi aspetti di filosofia marziale, che secondo me rappresentano la verità ultima di queste arti...sono molto fiero di essere un suo kohai (anche se ho appena cominciato XD) In data 2011-07-13 Rita commenta: Siamo come atomi impazziti, senza freni e senza sostegno. Credo che la figura del Maestro sia essenziale per la crescita di ognuno di noi. Per questo vagherò fino a che non sara il momento di incontrare un sostegno alle mie aspirazioni di buona vita e buona morte. Complimenti per l'intervista. Saluti. |