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Breve intervista a Francesco Cuzzocrea della palestra Okinawan-Goju-ryu karatedo | |
Buon giorno M° Francesco Cuzzocrea, grazie per averci concesso una breve intervista.
Grazie a voi per avermene dato l’opportunità.
100ma.it: Dove nasce la sua passione per le arti marziali e cosa ha spinto a dedicarsi al "Karate"? Francesco Cuzzocrea: Il mio primo incontro con il karate è stato per caso, avvenne nell’ormai lontano 1973, quando come premio per il mio rendimento scolastico, particolarmente proficuo quell’anno, potei iscrivermi presso il dojo Seigokan "Gimnasyum 2002. Allora le arti marziali erano molto in voga, ed io all’epoca poco più che diciassettenne, non pensavo tanto al mio futuro quanto piuttosto al presente. Il Gimnasyum fu il primo dojo a Reggio Calabria a praticare il Karate tradizionale, inoltre ebbi l’onore di essere uno dei primi allievi del Sensei Sadanobu Tatsuto, maestro di karate giapponese e allievo dello Shihan Miki, un icona del Karate Seigokan. 100ma.it: La sua più grande soddisfazione legata alle arti marziali? Francesco Cuzzocrea: Avere la possibilità di esprimermi attraverso di esse, trasmettendole ai miei allievi ed allo stesso tempo imparando da loro. Le vere arti marziali, sono a mio avviso un continuo intimo confronto. L’arte è fine a se stessa, vale a dire che soddisfa interiormente chi la pratica. Le arti marziali non fanno eccezione a tale definizione, poiché essendo esse stesse arte, si rivolgono all’animo del praticante, accrescendolo interiormente man mano che questi vi si addentra sempre di più. 100ma.it: Come è cambiato o come si è evoluto il suo modo di praticare arti marziali nel tempo? Francesco Cuzzocrea: C’è una bellissima massima di Bruce Lee, che riassume efficacemente l’evoluzione che avviene nel praticante, man mano che questi si addentra sempre più nelle arti marziali. “Ogni giorno una cosa in meno, non in più”. La sintesi, è secondo me, il segreto delle arti marziali; l’economia di movimento ridotto all’essenziale, il risparmio di energie utili per proseguire ad oltranza la performance. Questa è a mio avviso l’evoluzione fisiologica incontro alla quale si muove il praticante maturo. 100ma.it: A chi consiglierebbe la pratica delle arti marziali? Francesco Cuzzocrea: La risposta potrebbe apparire tanto scontata quanto interessata, ma in cuor mio credo sinceramente che tutti, praticando le arti marziali, ne trarrebbero indiscutibili benefici. Se volgiamo lo sguardo al mondo orientale, culla delle arti marziali, noteremo che queste sono praticate a partire dalla più tenera età e fino a quando l’individuo riesce a svolgere le proprie funzioni fondamentali (per fondamentali intendo camminare, respirare, stare in piedi, ecc…). Le arti marziali non consentono soltanto al praticante, di poter effettuare le plastiche evoluzioni cinematografiche alle quali siamo stati assuefatti, questo aspetto rappresenta soltanto lo stereotipo, oserei dire “la schiuma” delle arti marziali. Praticare davvero le arti marziali, significa principalmente riscoprire l’equilibrio tra l’io interiore ed il proprio corpo, una condizione psico-fisica fondamentale per il benessere dell’individuo, ma che il moderno mondo occidentale, troppo frenetico, disconosce. 100ma.it: Chi è il suo punto di riferimento? Francesco Cuzzocrea: È indubbio che dopo oltre trentacinque anni dedicati al karate, debba molto ai maestri che si sono avvicendati in tutto quest’arco temporale. A partire dal Sensei Sadanobu Tatsuto che ha l’indubbio merito di avermi addentrato nel mondo del Karate tradizionale, fino ad arrivare ai responsabili della Seigokan giapponese, lo Shihan Josè Santana, dirigente della Seigokan per il Portogallo e non ultimo il compianto Luis Pedruco, punto di riferimento del Karate Seigokan per il Brasile che purtroppo è venuto a mancare pochi giorni fa all’affetto dei propri cari ed al nostro. 100ma.it: In un caso reale, secondo lei, le sue arti marziali sono efficaci e perché? Francesco Cuzzocrea: Come ho già detto, le arti marziali creano un equilibrio tra la mente ed il corpo del praticante. Domande del tipo “sarò pronto se occorrerà¿”, riconducibili ad una sorta di ansia da prestazione, tipica del nostro mondo occidentale, vengono gradualmente epurate dalla mente dell’allievo, in una sorta di eliminazione naturale. Un vero maestro di arti marziali, non insegna ai propri allievi soltanto a tirare calci e pugni o cose del genere. Una delle prime cose che si cerca di trasmettere è l’equilibrio interiore, tutto il resto viene dopo. L’allievo che raggiunge tale condizione, non si porrà domande del genere, ma nel caso di necessità agirà automaticamente alla minaccia e proprio per questo motivo sarà efficace ed efficiente. 100ma.it: Ha un consiglio da dare a chi pratica Karate o in generale arti marziali? Francesco Cuzzocrea: Certo e mi fa piacere che me lo abbia chiesto. Sull’onda dei tanti successi cinematografici sull’argomento, che dagli anni ’70 ad oggi si sono susseguiti, le arti marziali sono state -e sono tutt’ora- meta di personaggi più o meno leciti, ovvero più o meno competenti, che promettono risultati immediati o peggio ancora, reclamizzano tecniche di autodifesa veloci e istantanee. Questo non è assolutamente vero e qualunque maestro di arti marziali, degno di tale nome, potrà confermarvelo. Le arti marziali sono molto di più del combattimento fisico, sono un confronto continuo tra la mente e il corpo dell’individuo, considerando che il vero combattimento in uno scontro reale, avviene dentro di noi, nel nostro intimo, con il quale anche il più forte e il più allenato dei praticanti deve fare i conti. Pertanto, consiglio a tutte quelle persone che, giovani od anziane, hanno deciso di accostarsi a questo fantastico mondo, di affidarsi esclusivamente a docenti di comprovata esperienza, diffidando in particolare di quei personaggi che sbandierano efficienti corsi di arti marziali per corrispondenza. Un cordiale saluto alla redazione ed a tutti i lettori di www.100ma.it/ | |
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