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Breve intervista a Alfonso Grassi della palestra Accademia di Wu Shu Gong Fu Tradizionale | |
100ma.it: - Dove nasce la sua passione per le arti marziali e cosa ha spinto a dedicarsi al "Kung Fu"? Alfonso Grassi: Come la maggior parte dei ragazzi dell'epoca, venni influenzato dalla figura di Bruce Lee. Quando alcuni amici di classe mi invitarono ad iscrivermi insieme a loro ad un corso di Kung Fu qui a Salerno, non ci pensai 2 volte. Era il settembre del 1991. Cominciò così il mio percorso marziale sotto la guida del mio primo Maestro, Dario Ambra con il quale ho conseguito la cintura nera 1° Duan, purtroppo prematuramente scomparso nel 2000. I suoi preziosi insegnamenti costituiscono uno stimolo essenziale per continuare a studiare il Kung Fu. 100ma.it: - La sua più grande soddisfazione legata alle arti marziali? Alfonso Grassi: Non ve ne è una specifica. Posso dire con certezza che i miei allievi sono una grande soddisfazione. L'aspetto familiare del Kwoon per me è un aspetto fondamentale. 100ma.it: - Come è cambiato o come si è evoluto il suo modo di praticare arti marziali nel tempo? Alfonso Grassi: Man mano che sono andato avanti nel mio percorso marziale, ho cominciato ad approfondire sempre di più quei dettagli che ad un praticante giovane sfuggono per sua natura. Puntare all'essenza della pratica è il mio obbiettivo e la strada è ancora lunga. 100ma.it: - A chi consiglierebbe la pratica delle arti marziali? Alfonso Grassi: Le arti marziali rappresentano un "quid" complesso. Oggi è in discussione la stessa definizione di Arti Marziali. Nella mia esperienza posso dire che esistono diversi aspetti della pratica che possono essere relazionati in base all'allievo. Chiunque, dal bambino all'anziano, può trarne beneficio. La difficoltà sta nel giusto approccio. 100ma.it: - Chi è il suo punto di riferimento? Alfonso Grassi: I punti di riferimento sono 4. Per il Wing Tsun è il mio Sifu, Maestro Michael Fries. Il secondo sono i miei colleghi/amici anche di altre discipline che tramite i nostri scambi interstile accresciamo reciprocamente la nostra conoscenza. Il terzo sono i miei allievi, perchè è solo con un rapporto biunivoco (docente e discente) che si può migliorare continuamente. Ma il più importante è mia moglie Annamaria che mi affianca nella pratica ed è parte integrante del mio percorso. Yin (donna) e Yang (uomo) sono l'espressione del Tao. 100ma.it: - In un caso reale, secondo lei, le sue arti marziali sono efficaci e perché? Alfonso Grassi: Tutte le arti marziali sono efficaci così come non lo sono. L'efficacia è legata esclusivamente all'individualità di ognuno di noi. 100ma.it: - Ha un consiglio da dare a chi pratica Kung Fu o in generale arti marziali? Alfonso Grassi: Il consiglio che posso dare è quello di allenarsi duramente e soprattutto su se stessi, rispettando qualsiasi tipo di pratica marziale. Cercare di comprendere l'essenza di quello che si fa e non limitarsi all'esteriorità. Non arrendersi alle prime difficoltà, perchè queste rappresentano gli ostacoli della vita che vanno superati. | |
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In data 2010-11-16 azazarel commenta: Belle parole,dico sul serio.Solo su un punto non concordo..mai arrendersi alle prime difficolta'.Le difficolta'non hanno un prima ne'un poi,piuttosto al loro sorgere,permettono di riconoscere le scelte consapevoli da quelle incosapevoli.Chi non prova piacere nel wushu in genere,puo'scegliere di non praticarlo.E'una scelta,nn una resa,ne'una colpa.Non tutti hanno le medesime predisposizioni,a me per esempio innervosisce piu'che rasserenare.Si chiamano gusti,penso.Per il resto,complimenti al sifu Grassi,persona molto umana e tecnicamente immensa. In data 2010-11-20 Alfonso Grassi commenta: Ciao Marco, grazie per il contributo e condivido la tua analisi, ma bisognerebbe chiarire diversi punti. Il Kung Fu ti pone fin dalla prima lezione di fronte ai propri limiti. Questo può essere frustrante e già da subito il carattere meno disposto al sacrificio comincia a tentennare. La via breve, la fretta non portano a nulla. La voglia di migliorarsi è Kung Fu. Il discorso del piacere personale è a parte perchè giustamente soggettivo. Ma una cosa è smettere di praticare perchè anche se riusciamo nella disciplina non ci piace, una cosa è smettere perchè alle prime lezioni ci sembra troppo difficile :) Ciao e a presto Alfonso In data 2010-12-10 marco commenta: Beh,a dirla tutta e'il contrario..io nn sopporto l'imperfezione nell'esecuzione.Non e'un limite,ma una percezione marziale di se stessi.I sacrifici erano un concetto molto in uso negli anni 50..nella realta'nn sono altro che le azioni che la persona realizza necessariamente in luogo del piacere che percepisce nello svolgimento dell'attivita'in essere.Se manca il piacere,cade tutto e l'esito porta ad altre opzioni (ad esempio,nuoto ecc..).Detto questo a domani,maestro... nella realta'il sifu Grassi vi assicuro,e'un ragazzo bravissimo,equilibrato e molto simpatico ; propone un sistema di lavoro molto familiare e piacevole simile ad una scuola.Lo consiglio a chiunque.Unica pecca?non ti permette manco di dire che ti innervosisci con il wu bu quan sul web.Mamma mia...voto?9,5..te lo sei giocato co sta'risposta il mezzo voto,maestro! |